Male la politica, benissimo il calcio

(Riflettere è lecito) C’ è sempre un dialogo costruttivo tra quello che può fare male la politica e benissimo il Calcio

Giovedì 11 Giugno 2020/ di Giuseppe Rigotti

<<Riflettere è lecito>> C’ è sempre un dialogo costruttivo tra quello che può fare male la politica e benissimo il calcio.

“Chi di voi non ama il calcio non può essere un sognatore”

(così si tramanda ai figli)

Francamente qualche peccatuccio all’ angolo è evidente, ma nelle peggiori delle ipotesi il calcio ha dimostrato di essere in Italia un’ importante carica dello stato intervenendo in quattro e quattr’otto con la rete della solidarietà durante l’ incombente fase iniziale della terribile pandemia.

Con molta più grinta e determinazione gli acclamati del calcio hanno dimostrato di avere una loro sensibilità, sostituendosi al malaugurio della politica di risolvere mentre c’ era chi batteva ciglio negli ospedali per intervenire e risollevare il morale. Così uniti nelle cifre bancarie, i beniamini del calcio hanno contribuito velocemente a mettere in piedi migliaia di posti letto negli ospedali devolvendo in beneficenza.

Ma per quanto riguarda la politica siamo alle solite per cifre astronomiche, tra l’ altro tirate fuori senza sapere esattamente da quale patetico cappello.

Qui si sfaldano rapporti e si consumano poteri con le regioni discutendo sulle materie aberranti dei decreti emanati dall’ esecutivo; poi si replica con alcuni governatori che intimano di querelare la trasmissione d’ inchiesta “Report” (rete di servizio pubblico, Rai3) per i servizi andati in onda a seguito delle accuse mosse dai giornalisti in merito ai casi di conflitto di interessi che riguarderebbero la pessima gestione sanità territoriale (non tocca a noi cittadini provare che sia stato commesso il reato) bensí alla magistratura che come spesso accade, finisce per intaccare appoggiandoci naso.

E fin qui la politica ha predicato male ipnotizzandoci all’ascolto, con il guizzo della -doppia beffa-.

Insomma nulla che possa tornare alla credibilità migliore di un giuoco del calcio; ormai i cittadini indignati, accettano che la politica in generale sia del tutto fuori campo in attesa di ‘nuove riserve’ partitiche.

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Il Governo lumaca, la lampadina per il bene Comune

Sembra evidente a tutti, ci troviamo in balia dello stato di Governo

Lunedì 8 Giugno 2020/ di Giuseppe Rigotti

Sembra evidente a -tutti- ci troviamo in balia dello stato di Governo di prova, che per l’ ennesima volta incide nell’ impoverimento dei cittadini e contribuenti di tutte le età e categorie.

Ma se da un lato (del tutto pensabile visto i tempi) il PIL della nostra economia- salvadanaio dovesse precipitare a picco netto, l’ Italia delle meraviglie compiute e bellezze inaudite rischierebbe di pagare con lacrime in volto l’ azzeramento delle casse statali, un danno davvero irrefrenabile.Intanto dal palazzo importante di Roma ci provano ad accendere la giusta lampadina. Ma stiamo scherzando?

Si continua a colpi di decretoni misfatti e impegni presi con l’ aiuto dell’ assistenzialismo, peraltro coprendo una minima parte ed escludendo tutti gli altri poveri disgraziati.

Non è chiaro che bisogna procedere per il bene comune concentrando risorse concrete per i cittadini e non nelle mani dei manager professionisti dell’ alta finanza, non ignari di certo, del vizio degli Italiani di essere popolo di risparmiatori (non un problema loro).

Per quanto riguarda la pandemia è un ostacolo ancora da intendere nei salotti in cui sono ospiti gli esperti. Allora, i personaggi della politica attuale hanno tempo per decidere in combutta, si alternano, continuano ad avere le loro presenze in vista dei prematuri sondaggi: ma gli autorevoli che origliano sanno bene che mentono.

Dunque c’ è un grande rammarico. il Governo è una lumaca, e gli Italiani molto più consapevoli corrono la maratona per la ripresa con tanta fatica, al cospetto delle proprie risorse private uscite da tasche che non siano comprensibilmente piene.

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-Vi Leggo-/Mi spiego meglio, non -sottovalutateci- solo perchè ‘fuori campo’

Michele Schittoni 29 anni, precario, Catania

Mi pare di essere cittadini italiani soltanto alle elezioni politiche. Mi spiego meglio. Proprio in questi giorni di pandemia stiamo ascoltando dai politici, paroloni e annunci da ogni dove su ogni tema augurandoci un rilancio concreto di ripartenza sociale ed economica: ma l’ Italia resta una nazione ostile perlopiù ai giovani precari che attendono nuovi programmi di riforma del lavoro.

“Se da un lato occorre salvare le Imprese in difficoltà (cosa ancora non fatta) occorre però intavolare un dialogo costruttivo e preponderante per i precari a ‘reddito traballante’. La vera piaga che abbassa i consumi e che ci portiamo addosso con sudore, ancora si sorvola per il perseguimento di altre priorità.Insomma ci state provando da anni ma senza risvolti. Siete lì in rappresentanza di soloni moderni per riflettere col giusto peso, a questo proposito va ricordato che siamo qualche milione, quest’ anno in crescita, con tutele ancora in riserva. Non sottovalutateci solo perchè fuori campo”.

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-Vi Leggo-/Comunque ”esserci”

GianRoberto Verde (Latina) 51 anni, insegnante di filosofia

L’ intero paese è paralizzato da questo virus -brutale- e noi del (corpo docenti) non possiamo fare altro che attendere i prossimi comunicati, seguendo prontamente le indicazioni diramate dal Governo.

‘Siamo tutti uniti in questa grande sfida di contenimento e solidarietà reciproca, l’ istante fotografia di umanità che sembrava ormai smarrita’.

E noi insegnanti cosa possiamo fare?

Come gli altri siamo isolati per auto-quarantena, ma come categoria (così accreditata) non ci sentiamo di rinunciare al ruolo di ”educatore” che abbiamo verso i giovani.

‘Cari alunni sono giorni difficili è vero, ma approfittate del tempo con riserva, siate comunque aperti alla conoscenza della cultura anche se da casa’

“Non è particolarmente entusiasmante non passeggiare, non frequentare i luoghi comuni, i propri amici, gli aperitivi; ma non trascuratevi alla pigrizia di vedere serie tv o soltanto un bel film:

apprendete nuovi significati, ragionate, e soprattutto emozionatevi con il suggerimento che può darvi la lettura di un libro”.

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-Vi Leggo-/Io resto a Casa

Annalisa Palmisano 20 anni, studentessa dello IUAD di Napoli (Locorotondo-BA)

Come dice un mio grande amico ogni lavoro nasce da un tempo e da un luogo, è figlio del proprio sistema, questo non toglie il fatto di poterlo leggere in un futuro prossimo con una consapevolezza e un umore migliore.

Quello che ci resta è comunicare, anche se a distanza tra di noi, anche se con un telefonino, con un social, ma comunichiamo tutto quello che proviamo, magari con una canzone per chi sa cantare, per un racconto per chi sa scrivere bene,

“Io lo faccio con questi occhi spaventati e piangenti, ma allo stesso tempo fiduciosi, gli occhi di chi cerca la forza in sé stesso, ma anche gli occhi di chi é solo e ha bisogno dei suoi cari, che non ha mai sentito più vicini che in questo momento. Eliminiamo il superfluo, ragioniamo sulle cose e dedichiamoci come non mai a tutto quello che non potremmo fare normalmente, restando a casa”.

#iorestoacasa

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-Vi Leggo-/Le Istituzioni -accanto-

Maurizio Gallo, 29 anni (Imprenditore) Napoli

Care Istituzioni e Governo,

Ho una piccola Impresa Commerciale aperta a settembre del 2019, a soli sei mesi dall’ apertura sono costretto a chiudere.

Fra Iva, tasse, bollette e pagamenti vari lo Stato mi obbliga a pagare il 60% del mio ricavato e da buon cittadino ho sempre rispettato tutto. Ho soltanto 29 anni e, a differenza di tanti giovani andati all’ estero per lavoro, ho deciso di rimboccarmi le maniche nella mia città rischiando attraverso il risparmio accumulato e adoperandomi sacrificio dopo sacrificio per la mia “impresa.

‘Cercherò di resistere e di non chiudere i battenti; gli Italiani sono un grande popolo e lo dimostra l’ ottemperanza dei decreti, dobbiamo però fronteggiare i peggiori danni economici, in modo da non uscirne (combattuti). Adesso cara Italia spero che -tu- non mi abbandoni’.

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-Vi Leggo-/Difendersi con la (rete)

Sara Moschiello, 20 anni (Assago)

-Non ho mai visto così preoccupati i miei genitori, qui l’ epidemia del (Coronavirus) ha annichilito tutti. Ci tiene costantemente in ‘allerta’.-

Sono soprattutto gli adulti ad avere paura, ci chiedono di non uscire di casa. Qui ad Assago (Lombardia) le strade sono completamente desolate poiché considerata attualmente -zona rossa- focolaio attivo con migliaia di volontari e assistenti sanitari a cui rivolgersi per consulti e verificare lo stato di salute nell’ immediato; questo allevia in qualche modo devastanti preoccupazioni.

“Sembra non uscirne mai, perchè angosciati dal pericolo di essere contagiati. I negozi e le botteghe rallentano nelle aperture con gravi pericoli di chiusura, vengono inoltre proclamati avvisi di tutela e prevenzione ovunque limitando la transizione con affollamento dei luoghi comuni”.

“Noi adolescenti per fortuna siamo vigili alle rete e continuiamo a godere della forza comunicativa dei -social- che ci consentono di creare chat di gruppo, di tenerci in stretto contatto tra noi e di non perdere quella quotidianità che abbiamo (sempre) condiviso col sorriso.”

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-Vi Leggo-/Felice Ma non ‘troppo’

Antonio Cozzolino, 24 anni vive in Inghilterra

Mi chiamo Antonio e sono napoletano, da qualche anno mi sono trasferito in Inghilterra e qui ho trovato la mia dimensione… o quasi. Subito dopo il diploma in ‘Grafica e Comunicazione’ ho provato a cercarmi un lavoro e la risposta che ricevevo al colloquio era sempre la solita e cinica:

“ Hai già esperienza? Ci dispiace, ma cerchiamo qualcuno che abbia già esperienza”

Così ho proseguito e mi sono imbattuto in un primo lavoro disponibile il -call center- per poi scoprire alla fine del mese che si trattava di un lavoro sottopagato e svilente. Sono andato avanti per qualche mese, dopodichè avevo voglia di smettere e così ho fatto. Trascorsa quest’ esperienza per me (negativa) ho affrontato ulteriori appuntamenti di lavoro, ma avevano la stessa faccia della medaglia, ambigui per flessibilità e retribuzione.

La svolta decisiva

Era un lunedì mattina quando mi squilla il cellulare, rispondo immediatamente. A telefono c’ è Luca il mio migliore amico di classe a scuola ( entrambi esclusi dal mercato del lavoro). Ricordo bene quella conversazione telefonica, per oltre un’ oretta discutemmo angosciati per prendere la fatidica decisione: Andare in Inghilterra, precisamente a Londra ‘città’ piena di risorse e opportunità per i giovani. In due era più semplice -pensammo-.

Ricordo che i miei genitori non volevano che partissi, erano preoccupati… ma poi tutto si conciliò.

Bene, non è stato affatto facile (potete immaginare) soprattutto quando parti con la consapevolezza di non sapere cosa troverai dall’ altra parte, ma avevo una gran voglia di farcela, di non tornare subito indietro dopo aver lasciato i cari affetti. A distanza di anni ci sono riuscito e qui sembra tutto andare più veloce. Sono qui a Londra da appena 5 anni, adesso parlo bene la lingua; ho iniziato a lavorare in diversi ristoranti Italiani come cameriere fino a cambiare all’ estremo e diventare un abile magazziniere. Ho finalmente maturato una buona retribuzione mensile, una casa in affitto e mi sono ambientato al clima e alla gentilezza degli inglesi. -‘Ma sapete cosa voglio dirvi?’-

Che ad Oggi sono felice ma non ‘troppo’. Vi spiego, mi manca la famiglia, il dialetto, gli amici del luogo, il cibo con le passeggiate e la veduta -mare- della mia Napoli. Una città forse difficile, ma accogliente ed a cielo aperto dove le tradizioni sono così autentiche da far gola a tutti.

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-Marracash- Io sono la mia ‘persona’

‘Persona’ l’ album dell’ artista rapper -Marracash- vola alto nelle classifiche. E’ un album suggestivo e ricco di contenuti, concepito con componenti organici in cui è possibile smascherare in modo crudo ipocrisia e rabbia. Il contenuto raccolto in 15 tracce con la big discografica Universal Music trova un legame del tutto ‘imperdibile’ con collaborazioni di calibro della scena e giovani promesse: Luchè, Gué Pequeno, Mahmood, Sfera Ebbasta, Coez, Cosmo e Massimo Pericolo.

“Ho scritto questo lavoro in un periodo buio, sono rimasto isolato e ho tirato tutto fuori”- (confida Marracash)

Il noto artista sarà ospite stasera in esclusiva per raccontarsi alla trasmissione ‘L’ Assedio’ il nuovo programma su Nove, condotto e curato da Daria Bignardi.

di Redazione

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Ilaria Cucchi: Il Coraggio e l’ Amore ‘Giustizia per Stefano’

Dopo dieci anni di lotta e battaglie giudiziarie da chi qualcosa sapeva e non voleva parlarne; arriva il racconto della verità dedicato alla vittima (Stefano Cucchi). La sorella Ilaria insieme all’ avvocato Fabio Anselmo, raccontano in questo libro il durissimo percorso di coraggio e amore che gli hanno permesso di portare alla -luce- i fatti accaduti di quella triste vicenda.

Un groviglio di forti emozioni e dolore portati avanti ogni giorno per dare dignità a chi ha pagato quel silenzio sulla ‘propria pelle’.

”Stefano in quella breve telefonata prima dell’ arresto mi disse che era solo. Io e Fabio siamo sempre andati avanti per fare emergere la verità; di Stefano ricordo il suo sorriso”.- Ilaria Cucchi

Il libro ‘Il Coraggio e l’ Amore’ Giustizia per Stefano, la nostra battaglia per arrivare alla verità (Rizzoli) raffigura sulla copertina il volto di Ilaria Cucchi simbolo di un’ eroina del nostro tempo, realizzata dall’ artista Napoletano Jorit in uno splendido murale: il volto segnato dallo strazio eppure luminoso e fiero di una Giustizia migliore, uguale per tutti.

di Redazione

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