Mercoledì 25 Novembre 2020/ di Giuseppe Rigotti
L’ altro giorno il Presidente Conte è apparso alla nota trasmissione otto e mezzo di Lilli Gruber.
È stata una scommessa mancata, imbruttita dai tanti tentennamenti di rispondere a tono. Non è possibile negare l’ intervista strascica che ha prodotto ancor più dubbi indomabili. Arrivavano a sequela le risposte con un particolare non sacrificabile: esaltare le proprie lodi col sopracciglio debole.
<< Abbiamo lavorato al massimo, è difficile mettere d’ accordo tutti: l’ importante è avere una strada>>
–Ha incalzato il premier–
Ora ascoltando queste parole verrebbe da domandare quale sia la prossima sopravvivenza, a nulla è servito il salvagente degli Stati Generali azionato dall’ esecutivo per fronteggiare le azioni prioritarie del paese. Al momento nessuna tenuta sociale, sanitaria, economica che può concretamente assolverci dai ritardi; salvo elargire bonus a filiere per la rivoluzione green. Così indietro che la ventata sarà crudele e manderà giù anche il Santo Natale.
La spaccatura non è di fatto una percezione, ruota attorno ad un solo servitore dello Stato: il commissario Arcuri, impegnato nelle mansioni generalizzate. È forse questo il dilemma?
Pensare di lavorare a nome di “tutti” costo quel che costi; probabile dovere di oltrepassare il castello?
Ancora (incertezze) con data da destinarsi. Insomma non siamo tranquilli, per cui anche questa volta indicateci da che -lato guardare- o -prendere appunti- siamo sotto “vostro” monitoraggio.
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Pubblicato su PAESEROMA del 25 Novembre 2020