Uno,due,tre ‘Ora si prova a saltare’

Sabato 17 Ottobre 2020/ di Giuseppe Rigotti

Una catastrofe sempre più netta e dipendente dal lessico inscatolato della politica con l’intenzione di renderci vulnerabili alla paura.

I pentastellati e Company”, sono praticamente finiti alle strette e nemmeno il capo villaggio Giuseppe Conte può rassicurarli. Conviviamo con l’esecutivo più danzante della storia, che non riesce a muovere un dito concreto senza impasticciare le scelte dei governanti che nelle diatriba conficcano il becco: non c’ è tempo per una seconda sveglia, allora (uno, due, tre ora si prova a saltare).

Tirino fuori le migliori intenzioni ammesso che ne abbiano davvero, senza stringere corda all’ economia impattata terribilmente dai decreti punitivi e dagli ‘accrocchi legislativi’. La pandemia non può instillarci uno stato di immobilità nè tantomeno ordinarci parole d’ordine come “aprire e chiudere”. Quali erano le falle prioritarie da colmare?

1) Attrezzare le scuole nel modo essenziale per garantire la prevenzione, la sicurezza, il diritto allo studio

2) Fornire mezzi di trasporto pubblico per non consentire spinti assembramenti

3) Accertarsi che gli ospedali (sopratutto del Sud) siano effettivamente forniti di adeguate attrezzature sanitarie per la cura dei pazienti

Ma ora che la situazione è completamente nel vuoto, sappiamo di risolverla avviando sul serio questi programmi che “fatti per bene” ci avrebbero dato -alito-prima di avvicinarci a quel vuoto della privazione e dell’ angoscia collettiva. Del resto non impallidiamo, siamo nelle mani di mercanti senza titolo. Ciò non è affatto una lode, vuol dire che si tratta dell’apostrofata ‘figuraccia’ già predeterminata. Accada ciò che accada, auguriamoci che non ci costi troppo.

©️Riproduzione riservata

Emilio Paz, tre poesie inedite

Silencio


Soy silencio
Soy una cancion muda
que se entrega a la luna.
Soy un mar sin rostro
con la extensión del tiempo
como arena en el viento.
Me despido / soy presencia
Soy una sombra
quien perdió su cuerpo.

Sono silenzio
sono una canzone muta
che si rende alla luna.
Sono un mare senza volto
con il dilagare del tempo:
come la sabbia al vento.
Vi lascio / sono presenza
sono un’ombra
che ha perso il suo corpo.

Belleza


La belleza es el grito
de un hombre muerto
buscando a su madre.


La bellezza è il grido
di un morto
cercando sua madre

Atenas
Arena


Arena que forma cuerpos
que se disuelve como el hielo
sobre un fuego fragante
olvido sincero.
Atenas cae bajo el fuego de los extranjeros
y los dioses se pierden en el olvido.
Los dioses son figuras de arena
que están modelados
para el placer de los hombres.
Atenas es una ciudad de arena.

Atene
Sabbia


Sabbia che forma corpi
dissolta come ghiaccio
sopra un fuoco profumato,
sincero oblio.
Atene cade sotto fuoco straniero
e gli dei si perdono nell’oblio.
Gli dei, figure di sabbia,
modellati per il piacere degli uomini.
Atene è una città sabbiosa.

Emilio Paz (Lima, 1990) professore di Filosofia e Religione, laureato all’Università Cattolica Sedes Sapientiae. Ha pubblicato opere di poesia, narrativa e saggistica su diversi media, in Perù e all’estero. Sue poesie sono state tradotte in inglese, italiano, portoghese, rumeno, bulgaro e uzbesco. Attualmente indaga la relazione tra poesia, estetica e educazione. L’ edizione bilingue di La brevità dell’esistenza sarà pubblicata da Edizioni Kolibris.


Traduzione poesie Davide Cortese
Traduzione biografia Chiara De Luca

di Giuseppe Rigotti

©️Riproduzione riservata

Il Governo senza alcuna eccezione, meglio non fidarsi

Salvare l’ irreversibile

Martedì 5 Ottobre 2020/ di Giuseppe Rigotti

Come cita il vecchio detto ‘Fidarsi è bene non fidarsi è meglio’ senza alcuna eccezione -aggiungo come postilla di fatto-.

‘Siamo alle solite linee guida di un Governo piegato a poltrone e rimpasti per deleghe da attuare’

Ancora chissà per quanto, dove non ci sono giocatori capaci nè riserve responsabili ma di cui resta la spocchia dell’ uomo in più che ad Oggi manca. Il nodo cruciale riguarderà la questione di dover elargire un gruzzolo di 209 miliardi calati nella tempesta del Recovery fund.

La catastrofe economica non è ancora cominciata, ma il piede sinistro ci casca perfettamente dentro. Dobbiamo convincerci del cospetto di un Governo sofà che nel tira e molla è preso a mantenersi il più tempo possibile evitando collisioni già evidenti.

Riprendendo per un attimo il filosofo Cacciari e il suo ultimo libro “Il lavoro dello spirito” è possibile avere una delucidazione attiva e mai banale; in cui si spiega che la vocazione politica non deve estraniarsi dal lavoro intellettuale che passa per la formazione necessaria a non subordinarsi al solo comando della professione, che spesso influenza il riconoscimento valido per la libertà costruttiva.

Ormai gli Italiani sono smarcati dalle preferenze partitiche e tra l’ altro sanno di dover far fronte all’ enorme peso futuro (oltre ventennio) di un debito pubblico esponenziale rispetto ai rispettivi membri Europei.

Giù la maschera, l’ Italia è un modello di paese nel pollaio della grande finanza che grazie al cielo continua a prestarci quattrini ma che noi sperperiamo disobbedendo all’ agenda concreta di portare lungimiranti investimenti nel paese. L’ Europa digerirà il singhiozzo oppure interverrà per l’ Ultimatum?

Un’ occasione per volta come dicono i meno distratti. Ci resta da remare velocemente per salvare l’ irreversibile senza insinuare male, altrimenti l’ ultimo giro di boa -non ci basterà-.

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