Stritola il Governo, sul banco “ipotesi lockdown”

Non si esclude anche in Italia il lockdown come in Germania

Giovedì 17 Dicembre 2020/ di Giuseppe Rigotti

Stritola l’ incuria di Palazzo Chigi pronto a chiudere per l’ ennesimo -lockdown massivo-. Siete certi della stoltezza?

Abbiamo constatato di avere interlocutori nefasti, che ci avevano detto ‘apriamo’ così da concedervi un po’ di ossigeno, dopodiché cambiare in sequela e punirci come accade coi bambini; proprio costoro responsabili di prendere dal paniere la suddetta manovra cash back che a -voi- statisti tanto piace, e che a noi cittadini ha funzionato alla cieca intaccando malessere ai dispositivi elettronici.

Il vizio è sempre lo stesso dal giorno primo: scaricare la colpa agli Italiani, colpevoli di vedere la luce del sole a comando e di comperare a supporto di quel poco (che ci rimane) dell’ economia in rosso. Perché continuate a possederci?

<<Amiamo le nostre vite ed è per questo che ce ne prendiamo cura>>, piuttosto con rispetto parlando “quando soli” fatevi -voi- una coscienziosa ramanzina. Ammettete di avere gesta poco lodevoli su cui gonfiarvi i pettorali, tanto gli errori vi prendono facilmente e si moltiplicano. Se vi arrendeste -noi- capiremo. Siamo vicini alla terza ondata? Se (Sí) quando avete intenzione di dircelo?

Assaltare ora il modello tedesco sarebbe una sciagura intollerabile. Il giudizio è fuori controllo giacché sorbettato l’ inganno delle scatole cinesi la fatica tuttora scorrazza inevitabilmente per la fuga delle risorse sanitarie, per le attenuanti economiche non distribuite, per le indecisioni campestre del comitato scientifico. In più la maggioranza parlamentare concede scissioni interne dopo aver azzeccato un esecutivo a macchia di leopardo, ciò sembra surreale da far terribilmente disperare noi stessi. E allora se avete deciso di ripartire con lo specchietto delle vostre indagini, una cosa va decisamente detta: questo Governo oltre ai difetti, perisce da ambi si guidino le parti.

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Pubblicato su PAESEROMA del 17 Dicembre 2020

Il Governo rilancia: prioritaria la cassa per il Sud

Il piano nazionale: la cabina centrale per il Mezzogiorno

Lunedì 14 Dicembre 2020/ di Giuseppe Rigotti

La giostra è troppo grande perfino per il piano -‘nazionale’ di ripresa e resilienza- non sarà una passeggiata gestire gli ingenti capitali (circa il 34% dei fondi Europei) destinati al Mezzogiorno, groppone per il rilancio economico che avrà l’ intenzione di corazzare un Sud che non vuole più restare all’ ultima fermata. Finora i dubbi grondano sulle nomine: saranno forse chiamati in causa i titolati supermanager?

Ciò che possiamo pronosticare è che questi strumenti passeranno sotto appannaggio di riserve (se non verranno ponderati con giusta proiezione) piaga burrascosa per la capacità amministrativa dello Stato. Dalla modernizzazione All’ immediata digitalizzazione, la strada maestra dovrà riguardare la crescita esponenziale del ‘lavoro’ questo è il primo -punto fermo-.

La coordinazione delle politiche pubbliche sarà essenziale per colmare falle già evidenti: il buon funzionamento degli enti preposti consentiranno di monitorare nomenclature a più tavoli. Nascerà una nuova Ilva di Taranto?

L’ Eurozona ha acceso l’ ingranaggio, ora tocca a noi mettere in atto la -rivoluzione del verde- partendo proprio dalla catastrofe Ilva ‘senza se’ e ‘senza ma’ -annuncia il ministro Provenzano- elargire e velocizzare per integrare sin da subito lo sviluppo.

Poi non poco tardi (aggiungo io) occorrerà intervenire sull’ impianto della sanità e dell’ istruzione; attualmente i temi più esposti nel contatto default. La cabina è centrale?

Di certo ci auguriamo che non diventi una cabina fiacca nelle intenzioni nè esautorata nel ritirare i crediti esposti. Stabilite le misure in auge i tempi corrono e distano non tanto, non facciamoci tirare dall’ entusiasmo giacché dopo gli accordi le vie dei -signori- sono infinite.

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Pubblicato su PAESEROMA del 14 Dicembre 2020

Raffaella Biglietti, la mia poesia per il Natale

poesia dialettale in ‘napoletano’

di Raffaella Biglietti/

(2020 te voglio parlà)

*te voglio dicere tutt chell ca penz e te…

si stat infam , cattiv e scorrett …

nuie t’avimm accolt c’ò champagne, che fuoc c’à music …

tu si venut già pront pè cè fa na guerr!

Te purtat n’alleat piccrillo piccrillo c’á niscun e nuie pò vedè…

ma è accussi infam c’ à se fà sentì, e chiu fort e na pistol e nu curtiell,

te tras n’guorp rind a l’ anema , rind a capa , rind a l’ossa e te levo o respir.

Te si alleat cu isso e dind a chist ann te purtat nu sacc e gent, e fatt murí e nonn de creatur, e pate e figl, e fatt chiagner e mamm …

*C’è levat a serenità, c’è levat gli abbracci, c’è levat e vase …

e carezz, c’è levat a scol e creatur… e fest n’ziem a tutt a famiglia …

C’ è costrett a cammenà bendat … ma mò a vuo fernì? Mo te ne vuó i’?

2020 manc poc e te ne vai … n’ziem a te puortete o cumpagniello tuoi e lasciaci stà cà Dio sti cos nn sè scord!

C’avite levat tutt’ cos … ma na cos nu cè riuscit a cià levà …

e a speranz, ca nu juorno tutt’ po cagnà.

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Riflettiamoci sul serio: “il Governo ha una sua scuola di pensiero”

Il nuovo DPCM che divieta e confina il Natale, non cambia scuola di pensiero il Governo

Lunedì 7 Dicembre 2020/ di Giuseppe Rigotti

Soltanto due punti: divieto e separare.

A nulla sono bastati i dibattiti per portare alla rettitudine il nuovo DPCM, quest’ ultimo collante dei precedenti il cui obiettivo è piegare la ‘dimensione collettiva’ pensando di debellare definitivamente il virus in attesa che arrivino i primi vaccini (ma la pazienza una volta imparata va corretta) -altrimenti è squilibrio-.

Il fatto è ben noto a tutti, il nostro paese così com’ è si presenta modello farraginoso di operato, burocrazia, ambiguità; sistematicamente inscatolato dalla impreparazione da cui scivolano lacrime di ogni genere. Si è deciso per (non mollare) di proseguire verso le mezze misure alla quale segue la fotografia di un natale sconsiderato e triste, affettivamente perso. Il problema gravita per la messa in sicurezza che ancora sporca il campo per usare un eufemismo, e siccome non capaci di spirito risolutivo si è preferito minare le istanze dei concittadini in termini di libertà.

Abbiamo perso ogni disponibilità covando in (noi) l’ agonia, il tormento mentale di essere perseguitati. Il che è assurdo considerando esempi coordinati come Svezia e Germania. Perché lodarci per poi ammonirci ora?

L’ impressione è che non ci siano evidenze scientifiche di pari merito riconosciute, i nostri comparti si muovono a braccio. Inutile girarci intorno. Addirittura peggio per la messa in sicurezza poiché si pensa che si possano intensificare controlli attraverso l’ utilizzo di droni meccanici in grado di svolazzare e acciuffare i malcapitati, sventando così assembramenti e veglioni abusivi. Immaginate la comicità delle rincorse? dopotutto ci sono italiani e italiani asseriranno gli integralisti offrendo scempio alla stampa estera.

Attendiamo fervidamente uno scatto, magari alternativo, che potrebbe portare alla realizzazione della fitta agenda; ma è risaputo che per il momento sia accettabile non entrare nei dettagli per timore delle cancellature. Si lavora con la regola del ‘tutti insieme’ finché può durare.

Una necessità più che una scelta?

Non c’ è pareggio con i sacrifici inghiottiti. Provando a mettere da parte il rancore, la pandemia ha infettato perfino la sacralità dello stare in famiglia: con festività rimosse. A questo punto della collina, saremo più soli e dispersivi.

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Pubblicato su PAESEROMA del 7 Dicembre 2020

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